LE VIRTÙ

FEDE
(credo quia absurdum - credo proprio perché è assurdo)
Rappresentata da una donna cieca, guidata da un lupo,
che porta in braccio una ragazzina malata. La donna,
non consapevole della natura selvaggia e
della pericolosità dell'animale,
ha piena fiducia in esso.

SPERANZA
( multa renascentur - molte cose rinasceranno )
Una famiglia in difficoltà, ma colma di speranze in un
futuro migliore. L'uomo appoggia la mano sulla donna col
bambino (che rappresenta il futuro), al fine
di rincuorarla e infonderle speranza.

CARITÀ
( proximus sum egomet mihi - il prossimo per me stesso sono io)
Una persona molto povera che aiuta un portatore di handicap.
Rappresenta la carità consapevole di non poter
avere niente in cambio, se non l'opportunità
di amare il prossimo come sé stessi.

PRUDENZA
( festina lente - affrettati lentamente )
Il filosofo studia e con il suo atteggiamento rappresenta
la prudenza classica dell'agire. Ad esso è
contrapposto il passero che, davanti allo studioso,
osserva l'altro uccellino in gabbia e mantiene
una distanza di sicurezza.

GIUSTIZIA
( docta ignorantia - un'ignoranza sapiente )
La ragazza copre la bilancia, simbolo di giustizia,
per non compromettere ciò che resta di essa,
mettendola al riparo dalla stupidità .
Gli asini in collera, che ridono o rimangono indifferenti,
rappresentano una maniera scorretta e cinica
di amministrare e interpretare la giustizia.

FORTEZZA
( facis de necessitate virtutem - fai di necessità virtù)
Raffigura un'anziana stanca e malata, ma con una
grande forza interiore, che nonostante l'età
avanzata continua a lavorare e lottare per sopravvivere.

TEMPERANZA
( in medio stat virtus - il giusto sta nel mezzo )
La virtù sta nel mezzo, nell'atteggiamento
moderato di non esagerare troppo o troppo poco, dosando
le proprie azioni e vivendo con tolleranza.
E' rappresentata dalla bulimia e dall'anoressia,
nonchè da un'architettura sproporzionata.

L'OTTAVA
(ipsa quidem virtus sibimet pulcherrima merces - la virtù
basta a se stessa come il premio più bello)
Intende rappresentare la somma di tutte le virtù
e la gioia di vivere in armonia con tutti e con tutto
ciò che ci circonda, una sorta di beatitudine.
La ragazza che si riposa rappresenta la fortezza e la
temperanza, il passero sul braccio la prudenza,
i due passeri che mangiano il pane la carità,
il lupo la fede, il bambino nella culla la speranza
e i due secchi la giustizia.
VIRTÙ
Franco Balduzzi, che nel 2004 volle misurarsi con il tema sempre attuale dei sette vizi capitali (lo fece con una mostra, tenuta a Brescia e la relativa agile pubblicazione) ora, si potrebbe dire, chiude il cerchio con le opere dedicate alle virtù. I dipinti di Balduzzi fanno da controcanto ai sette vizi capitali con altrettante raffigurazioni simboliche: le tre virtù teologali e le quattro virtù cardinali. E come allora dipinse un ottavo vizio quasi a fare sintesi dei mali di tutti i tempi, così ora possiamo ammirare una bella e consolante "ottava virtù", che non è solo sinossi delle altre ma è anche un messaggio sintetico in se stesso: la virtù come passività, sola grazia da accogliere. Si tratta certamente di un forte messaggio controcorrente nell'epoca dell'attivismo sfrenato e della meritocrazia. La raffigurazione dell'agire morale in termini di metafora e simboli non è nuova. Troviamo esempi eloquenti a partire dalla letteratura antica con Esopo e Fedro. Nella pittura, poi, è facile ricostruire un percorso che può partire dalle antiche catacombe, dove la palma significava il martirio, il pesce la professione di fede in Cristo, vero uomo e vero Dio, il pavone l'immortalità ... per arrivare alle chiese del seicento, settecento, ottocento che offrono le classiche interpretazioni delle cristiane virtù. E singolari esempi non mancano nemmeno nella pittura contemporanea. Tanto per rimanere nell'ambito bresciano, viene spontaneo citare i vizi capitali di don Renato Laffranchi, seguiti dalla interpretazione delle otto beatitudini. Ora, nel solco di questa lunga e luminosa tradizione che vuole comunicare un bene morale e spirituale attraverso l'immagine, il pittore Franco Balduzzi si colloca in modo originale e singolare, con il suo inconfondibile stile figurativo e il suo sguardo che abbraccia il passato, è teso al futuro, attentissimo al presente. Nelle sue otto virtù sembrano confluire elementi della nostra pittura del passato e innovazioni che riflettono la sensibilità dell'artista sull'ora attuale dell'umanità, meravigliosa e tragica insieme. Come non intravedere in alcune sue figure la lezione del Pitocchetto? In alcuni suoi particolari metaforici si possono trovare citazioni che vanno dal Moretto al Di Prata. Ma ogni pittore è se stesso e il modo più consono per leggere le opere di Balduzzi è quello di cogliere tutta la sua carica di sentimento, di cultura e di forza etica trasmesse con il pennello. Ammirando questi quadri del pittore non si può non cogliere questo messaggio: un forte amore all'uomo, all' umanità di sempre assetata di amore e felicità. Nei particolari, però, si aggiunge un altro elemento: dove va l'uomo senza Dio? Tornano alla mente gli insegnamenti degli ultimi pontificati: il primo alleato dell'uomo è Dio e l'agire virtuoso non è un perdere, ma un trovare l'umanità in pienezza. Non è, pertanto, fare torto alla verità affermare che Franco Balduzzi può essere annoverato fra quegli artisti del nostro tempo che fanno rifiorire quell'umanesimo cristiano senza il quale non c'è futuro.
Don Gabriele Filippini